Diritti delle fotografie di Chamudes: Museo Historico Nacional Cile e famiglia Rivano.

Chamude per Patrice Loubon: Chamudes, un importante fotografo, leader studentesco, fotografo, giornalista, corrispondente di guerra e giramondo. Deputato del Partito Comunista, in seguito ripudiato alla fine degli anni ’30, Chamudes opta per l’esilio negli Stati Uniti, dove fotografa per vent’anni scene della vita quotidiana a New York. Quando gli Stati Uniti entrano nella Seconda Guerra Mondiale, Chamudes con la sua nuova cittadinanza americana, si arruola come soldato- fotografo dell’Esercito degli Usa e segue il conflitto fino in Europa. È durante questi anni, che si produce la sua famosa opera che ritrae il Generale Patton e le immagini dei campi di concentramento; nel 1947, s’impiega alle Nazioni Unite, dove lavora come reporter della commissione di vigilanza nei Balcani. Ritorna in Cile, tra il 1951 e il 1952, diventando corrispondente dell’agenzia Magnum, per la quale produce rapporti sulle attività del Movimento Nazionalista Rivoluzionario Bolivariano. Finisce la sua carriera come giornalista di carta stampata. Il libro “Il Fotografo Marcos Chamudes” di Karen Berestovoy, pubblicato nell’anno 2000, narra la biografia del fotografo, i suoi archivi fotografici vengono conservati presso il Museo Nazionale di Storia e la collezione privata di Luis Rivano.      

PROGETTO PRESERVAZIONE DELLA COLLEZIONE FOTOGRAFICA DI MARCOS CHAMUDES  A CURA DI KAREN BERESTOVOY DAL 1999 AL 2001.

Marcos Chamudes (Cile 1907-1989) fu una persona dotata di consapevolezza storica; le sue immagini non sono sogni, sono momenti della vita rapportati al linguaggio fotografico. La presenza esplicita e retorica dell’uomo denota la sua ossessione nel definire quale posto egli occupi nel mondo, tematica che lo preoccupò anche nella sua vicenda personale. La sua vita eccezionale e il suo interessante lavoro documentario ed artistico, hanno fatto in modo che la ricerca si trasformasse in un progetto di conservazione, ricerca e diffusione della sua collezione. Nel 2000 KB ha coinvolto il Museo Storico Nazionale dal Cile, la fondazione Andes, l’università internazionale SEK, edizioni Altazor e dei professionali della conservazione per portare avanti un progetto di cooperazione. Grazie ad un lavoro multidisciplinario si è potuto diffondere la raccolta di questo importante fotografo attraverso questa pubblicazione a lui dedicata. Il programma di diffusione compendiò anche delle conferenze in Venezuela, Argentina, Cile e in Italia dandole ancora un maggiore senso a questa collezione (se rimanessero depositate esclusivamente presso gli archivi, non avrebbero lo stesso valore). La ricerca, lo studio della sua collezione e la pubblicazione delle fotografie di Chamudes è iniziata nel 1998. In quel periodo parte della sua collezione era custodita nel museo storico nazionale (MHNC) ed era composta da 1500 copie stampate, oltre che da una grande quantità di negativi. I temi riguardavano principalmente: ritratti di personalità cilene, visite presidenziali e vedute della città fra il 1950 e il 1955. L’altra parte fu ritrovata grazie alla ricerca di KB, che fece in modo di stimolare la decisione della nipote di Chamudes perche donasse al Museo Storico Nazionale quell’importante materiale che lei aveva ereditato da suo zio (acquisito). Questa parte di fotografie ha come temi gli Stati Uniti e Europa fra il 1940 e il 1950: si trovano principalmente foto di persone ed artisti che passarono da New York a metà degli anni ’40, come Gabriela mistral, Neruda e altri. Questo insieme composto da 5000 negativi, 1000 copie stampate e 500 provini si sono sommati alla collezione del MHNC costituendo così il 90% delle sue fotografie custodite nel museo. La restante parte è di proprietà dello scrittore cileno Luis Rivano (1932-2016) che ha acquisito l’intera biblioteca di Chamudes a seguito della sua morte, ritrovando poi all'interno di questi libri alcune stampe, negativi e varie prove di stampa, oltre che un importante album con delle inquadrature che denotano un'attenzione estetica dell’autore.

Chamudes iniziò la sua carriera fotografica a new york, dove frequentò un corso di ritratto, fotografia commerciale e fotografia a colori. Questa città in piena guerra mondiale era un brulichio di artisti emigrati dall’Europa e i movimenti di avanguardia erano in voga. La tendenza live photograhy (fotografia realista) con un’eredità del reportage fotografico e del lascito modernista di alcuni maestri come Alfred Stieglitz (1864-1946), la fotografia di Cartier-Bresson (1908-2004) e il suo sguardo sulla vita quotidiana (diverso da quello utilizzato fino a quel momento sulla fotografia d’informazione) oltre all’introduzione sul mercato della macchina fotografica Leica (che ampliò lo spettro di ciò che poteva essere fotografato) influì sull’obiettivo di Chamudes che percorse con la sua macchina fotografica le strade di New York nel 1941.

Quando gli Stati Uniti scesero in campo nella seconda guerra mondiale, Chamudes già cittadino nordamericano si arruolò nelle fila dell’esercito come soldato-fotografo nel battaglione del generale Patton. Nel 1947 entrò nell’organizzazione delle nazioni unite (ONU) in cui si svolse il compito di reporter ufficiale della commissione investigativa dei Balcani. Us camera gli dedicò uno spazio nel suo annuario dell’anno 1948 con una sintesi di questo reportage. Nel 1948 e nel 1949 due congressi internazionali riunirono intellettuali a Wroclaw e a Parigi rispettivamente per discutere quale posizione assumere come pacifisti di fronte alla complessa situazione sociale che attraversava l’Europa. In queste occasioni, Chamudes fotografò Paul Eluard, Pablo Picasso, Pablo Neruda, Joan Mirò, Irene curie e Julian Huxley fra altri personalità. In quegli stessi anni fu assunto per lavorare in Germania come reporter dell’organizzazione internazionale dei rifugiati di guerra (IRO). Nel 1951 Chamudes concluse il suo contratto con tale organizzazione e prima di tornare in america del sud percorse alcune città europee tra i quali l’Italia dove immortalò alcuni aspetti culturali dell’epoca. Su richiesta dell’iro viaggiò in nave con circa 200 rifugiati. Nel 1951, quando tornò in cile insieme alla moglie, la scrittrice Marta Vergara, si dedicò a diffondere la sua esperienza fotografica di quei dieci anni, continuò il suo lavoro come fotografo per alcuni anni e inoltre lavorò come giornalista. Uno dei suoi lavori più importanti realizzati nel 1952 in Cile fu il reportage del lebbrosario dell’isola di pasqua (esistette tutto il xx secolo) tanto che questi documenti rappresentano una testimonianza storica quasi inedita. L’agenzia indipendente magnum lo contattò per lavorare in Bolivia dove fotografò il sollevamento popolare chiamato movimento nazionale rivoluzionario (MNR). Nel 1955 partecipò con il minatore boliviano a the family man, una delle mostre di fotografia mai vista nella storia, allestita nel museo di arte moderna di New York e curata dal fotografo Edward Steichen oggi custodita dal CNA ed esposta a Luxemburgo presso il castello di Clervaux, in omaggio al suo curatore oriundo Bivange (LX). Dalla prospettiva del genere del ritratto si può stabilire una proposta estetica nominata nello studio di Berestovoy come il gioco figura-figura la cui maestria consiste nel re-inquadrare il soggetto su un lato estremo del piano ottenendo che lo sfondo diventi un'altra figura insieme al soggetto fotografato. L’equilibrio della composizione si mantiene e non si rompe l’armonia che varia con l’uso della profondità del campo. Questo tipo d’inquadratura potrebbe riflettere la personalità inquieta di Chamudes in continua ricerca di nuovi modi di fare, vedere, di pensare e riflettere di fronte ai suoi contemporanei. A metà degli anni ’50 questo fotografo iniziò ad allontanarsi dalla fotografia e si dedicò al giornalismo; fu nominato direttore del quotidiano cileno la naciòn (1959). Nel 1962 fondò e diresse il settimanale pec per dieci anni; esse si distinse per il suo stile polemico e la tendenza anticomunista, situazione complessa poiché nel 37 Chamudes fu un politico comunista. Questa dualità sarà presente nella sua vita e si può comprendere leggendo il libro bianco della mia leggenda nera di cui lui fu autore come anche di altri vari libri principalmente saggi giornalistici tranne Picasso, arte e libertà quest’ultima, una pubblicazione fotografica. Marcos Chamudes morì il 25 giugno del 1989. Al suo funerale parteciparono poche persone nonostante fosse stato un deputato comunista della repubblica cilena (dal 38 al 40), un giornalista anticomunista (dal 62 in avanti), appartenere a una famiglia numerosa ed essere un valido fotografo. Nel rispetto delle sue ultime volontà, fu cremato.

 Traduzione dal testo originale a cura di Elena Casero, giornalista, 2005.